Vescovo e Consiglio pastorale invitano le parrocchie alla prossimità verso i migranti

Vescovo e Consiglio pastorale invitano le parrocchie alla prossimità verso i migranti
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NOVARA – Il vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla, con l’intero Consiglio episcopale novarese, rilancia l’invito alla prossimità verso i migranti, già lanciato da papa Francesco domenica dopo l’Angelus, alle parrocchie, alle associazioni e alle famiglie della comunità diocesana. Intanto si costituirà una commissione in diocesi sul tema. E’ l’esito di una riunione tenuta mercoledì 8 settembre al Convento del Monte Mesma. 

“Il problema delle migrazioni di popolazioni che dall’Africa e dal Sud del Mondo, si spostano in Europa – spiega una nota dell’Ufficio stampa della Diocesi - è di non facile comprensione, perché frutto di fattori assai diversi. La visione di questi temi e il modo di affrontarli richiede collaborazioni a livello globale, che superano le possibilità di una Chiesa locale, che pure da sempre – grazie all’impegno spesso silenzioso e nascosto di numerosissimi e generosi volontari, di sacerdoti e religiosi – si spende a favore degli ultimi e dei poveri. Tuttavia, il fenomeno ha oggi una portata epocale con conseguenze sociali e culturali che non possono essere ignorate dalle nostre comunità. Come ha sottolineato il Santo Padre nel suo appello dopo la preghiera dell’Angelus, «di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e la fame (…), il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere “prossimi”  dei più piccoli e abbandonati»”.

Anche per rispondere a questo appello a “vivere la concretezza del Vangelo” e per essere veri “testimoni solidali” del Risorto, il vescovo con il Consiglio episcopale novarese rilancia l’invito del Papa. A questo scopo, in diocesi, sarà costituita una commissione -  coordinata dalla Caritas diocesana, ma  in stretto rapporto con i Vicariati territoriali - per fare un inventario delle risorse umane e materiali, spendibili sul fronte dell’accoglienza.

Si tratterà di trovare non solo locali, ma anche volontari che si possano impegnare nell’accompagnamento degli ospiti (sul fronte della formazione e dell’inserimento), uniti a momenti di riflessione e approfondimento nelle singole comunità cristiane.

La tipologia dell’accoglienza potrebbe assumere diverse forme: ad esempio la parrocchia – o la rete di parrocchie – che si rende disponibile ad accogliere presso proprie strutture gruppi anche di un certo numero di migranti; la famiglia che – data la propria disponibilità alla commissione – accoglie un numero più ridotto di persone; oppure, ancora, la comunità che – pure non avendo disponibilità immediata di locali - ne affitta alcuni per questo scopo.

Il nodo pastorale che sta a cuore al vescovo e al Consiglio Episcopale Novarese è che i problemi dell’accoglienza siano presi in carico  dall’intera comunità cristiana e non relegati al lavoro e l’impegno di piccoli gruppi che già si occupano di carità, nella prospettiva della creazione di un vero “welfare di comunità”.

In questi giorni, la commissione diocesana creata a tal fine, prenderà contatto con le Prefetture del territorio diocesano, per la redazione di una convenzione per definire il progetto di accoglienza.

Punto fondamentale sarà la gratuità, con la quale le parrocchie  accoglieranno i migranti. Esse, in pieno spirito di collaborazione con le Autorità competenti, si renderanno, inoltre, disponibili, nei limiti delle proprie possibilità, ad ospitare le persone che le Prefetture decideranno di inviare. Una preferenza potrà essere fatta, tuttavia, verso coloro che sono intenzionati a fermarsi nel nostro Paese, al fine di attivare percorsi di integrazione e inclusione, che vadano al di là di una semplice prima accoglienza, così che possano permettere agli ospiti di acquisire un’adeguata autonomia economica e sociale.

mo.c.


NOVARA – Il vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla, con l’intero Consiglio episcopale novarese, rilancia l’invito alla prossimità verso i migranti, già lanciato da papa Francesco domenica dopo l’Angelus, alle parrocchie, alle associazioni e alle famiglie della comunità diocesana. Intanto si costituirà una commissione in diocesi sul tema. E’ l’esito di una riunione tenuta mercoledì 8 settembre al Convento del Monte Mesma. 

“Il problema delle migrazioni di popolazioni che dall’Africa e dal Sud del Mondo, si spostano in Europa – spiega una nota dell’Ufficio stampa della Diocesi - è di non facile comprensione, perché frutto di fattori assai diversi. La visione di questi temi e il modo di affrontarli richiede collaborazioni a livello globale, che superano le possibilità di una Chiesa locale, che pure da sempre – grazie all’impegno spesso silenzioso e nascosto di numerosissimi e generosi volontari, di sacerdoti e religiosi – si spende a favore degli ultimi e dei poveri. Tuttavia, il fenomeno ha oggi una portata epocale con conseguenze sociali e culturali che non possono essere ignorate dalle nostre comunità. Come ha sottolineato il Santo Padre nel suo appello dopo la preghiera dell’Angelus, «di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e la fame (…), il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere “prossimi”  dei più piccoli e abbandonati»”.

Anche per rispondere a questo appello a “vivere la concretezza del Vangelo” e per essere veri “testimoni solidali” del Risorto, il vescovo con il Consiglio episcopale novarese rilancia l’invito del Papa. A questo scopo, in diocesi, sarà costituita una commissione -  coordinata dalla Caritas diocesana, ma  in stretto rapporto con i Vicariati territoriali - per fare un inventario delle risorse umane e materiali, spendibili sul fronte dell’accoglienza.

Si tratterà di trovare non solo locali, ma anche volontari che si possano impegnare nell’accompagnamento degli ospiti (sul fronte della formazione e dell’inserimento), uniti a momenti di riflessione e approfondimento nelle singole comunità cristiane.

La tipologia dell’accoglienza potrebbe assumere diverse forme: ad esempio la parrocchia – o la rete di parrocchie – che si rende disponibile ad accogliere presso proprie strutture gruppi anche di un certo numero di migranti; la famiglia che – data la propria disponibilità alla commissione – accoglie un numero più ridotto di persone; oppure, ancora, la comunità che – pure non avendo disponibilità immediata di locali - ne affitta alcuni per questo scopo.

Il nodo pastorale che sta a cuore al vescovo e al Consiglio Episcopale Novarese è che i problemi dell’accoglienza siano presi in carico  dall’intera comunità cristiana e non relegati al lavoro e l’impegno di piccoli gruppi che già si occupano di carità, nella prospettiva della creazione di un vero “welfare di comunità”.

In questi giorni, la commissione diocesana creata a tal fine, prenderà contatto con le Prefetture del territorio diocesano, per la redazione di una convenzione per definire il progetto di accoglienza.

Punto fondamentale sarà la gratuità, con la quale le parrocchie  accoglieranno i migranti. Esse, in pieno spirito di collaborazione con le Autorità competenti, si renderanno, inoltre, disponibili, nei limiti delle proprie possibilità, ad ospitare le persone che le Prefetture decideranno di inviare. Una preferenza potrà essere fatta, tuttavia, verso coloro che sono intenzionati a fermarsi nel nostro Paese, al fine di attivare percorsi di integrazione e inclusione, che vadano al di là di una semplice prima accoglienza, così che possano permettere agli ospiti di acquisire un’adeguata autonomia economica e sociale.

mo.c.


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