Valvole cardiache senza aprire il torace, intervento innovativo al "Maggiore"

Valvole cardiache senza aprire il torace, intervento innovativo al "Maggiore"
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NOVARA - Un intervento cardiochirurgico altamente innovativo è quello che è stato eseguito di recente all’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara: a una signora di 73 anni sono state impiantate con successo due protesi biologiche in posizione aortica e mitralica senza aprire il torace e senza fermare il cuore, ossia senza circolazione extra-corporea. La paziente, già operata di doppia sostituzione valvolare mitro-aortica a febbraio del 2002, aveva entrambe le vecchie protesi biologiche degenerate. Questo tipo di procedura è stata scelta per la signora a causa delle severe patologie associate, che avrebbero reso l’intervento “tradizionale” in circolazione extracorporea molto rischioso.

L’intervento è stato condotto dai cardiochirurghi dottor Ezio Micalizzi (nella foto) e dottor Mario Commodo, insieme ai cardiologi interventisti e all’intero Heart Team, introducendo le protesi montate su un catetere attraverso una minuscola apertura del torace eseguita antero-lateralmente. Entrambe le nuove protesi biologiche sono state “aperte e ancorate” alle “vecchie” protesi biologiche degenerate, utilizzando i cateteri guidati dalla fluoroscopia e dall’ecocardiogramma trans-esofageo. L’intervento ha avuto un buon esito e non si sono presentate complicanze durante e dopo l’intera procedura.

La signora è stata dimessa, dopo una breve degenza, in buone condizioni generali. Attualmente continua a essere in buone condizioni generali.

Per la Cardiochirurgia del Maggiore, diretta dal dottor Micalizzi, l’approccio mini-invasivo per la chirurgia della valvola aortica e mitralica rappresenta uno dei punti di forza. In quest’ambito, l’impianto trans-catetere delle protesi valvolari cardiache (Tavi) ha una posizione rilevante. Per questo motivo, nell’ambito del dipartimento Toraco-cardio-vascolare, è stata creata ed è attiva dal 2012 un’équipe multidisciplinare composta da cardiochirurghi, cardiologi emodinamisti – sia della Cardiologia ospedaliera che di quella universitaria - e cardio-anestesisti.
L’impianto di protesi biologiche trans-catetere è indicato per i pazienti più anziani e per quelli che presentano un rischio chirurgico molto elevato, per esempio per concomitanti patologie significative, come esiti neurologici, funzione polmonare compromessa, cirrosi epatica, insufficienza renale e patologie neoplastiche. I risultati sono complessivamente molto buoni in termini di mortalità peri-operatoria, con un decorso post-operatorio più veloce e con minori  complicanze anche nei pazienti più compromessi. Inoltre, è stato dimostrato un netto miglioramento della qualità della vita dopo l’intervento.
«Questo tipo di procedure – spiega Micalizzi - devono essere eseguite in strutture ospedaliere multi-specialistiche come la nostra, che è l’unica pubblica del quadrante e che può trattare chirurgicamente anche i pazienti più complessi e gestire in sicurezza le emergenze e le urgenze, che rappresentano una cospicua parte dei nostri interventi».

v.s.

NOVARA - Un intervento cardiochirurgico altamente innovativo è quello che è stato eseguito di recente all’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara: a una signora di 73 anni sono state impiantate con successo due protesi biologiche in posizione aortica e mitralica senza aprire il torace e senza fermare il cuore, ossia senza circolazione extra-corporea. La paziente, già operata di doppia sostituzione valvolare mitro-aortica a febbraio del 2002, aveva entrambe le vecchie protesi biologiche degenerate. Questo tipo di procedura è stata scelta per la signora a causa delle severe patologie associate, che avrebbero reso l’intervento “tradizionale” in circolazione extracorporea molto rischioso.

L’intervento è stato condotto dai cardiochirurghi dottor Ezio Micalizzi (nella foto) e dottor Mario Commodo, insieme ai cardiologi interventisti e all’intero Heart Team, introducendo le protesi montate su un catetere attraverso una minuscola apertura del torace eseguita antero-lateralmente. Entrambe le nuove protesi biologiche sono state “aperte e ancorate” alle “vecchie” protesi biologiche degenerate, utilizzando i cateteri guidati dalla fluoroscopia e dall’ecocardiogramma trans-esofageo. L’intervento ha avuto un buon esito e non si sono presentate complicanze durante e dopo l’intera procedura.

La signora è stata dimessa, dopo una breve degenza, in buone condizioni generali. Attualmente continua a essere in buone condizioni generali.

Per la Cardiochirurgia del Maggiore, diretta dal dottor Micalizzi, l’approccio mini-invasivo per la chirurgia della valvola aortica e mitralica rappresenta uno dei punti di forza. In quest’ambito, l’impianto trans-catetere delle protesi valvolari cardiache (Tavi) ha una posizione rilevante. Per questo motivo, nell’ambito del dipartimento Toraco-cardio-vascolare, è stata creata ed è attiva dal 2012 un’équipe multidisciplinare composta da cardiochirurghi, cardiologi emodinamisti – sia della Cardiologia ospedaliera che di quella universitaria - e cardio-anestesisti.
L’impianto di protesi biologiche trans-catetere è indicato per i pazienti più anziani e per quelli che presentano un rischio chirurgico molto elevato, per esempio per concomitanti patologie significative, come esiti neurologici, funzione polmonare compromessa, cirrosi epatica, insufficienza renale e patologie neoplastiche. I risultati sono complessivamente molto buoni in termini di mortalità peri-operatoria, con un decorso post-operatorio più veloce e con minori  complicanze anche nei pazienti più compromessi. Inoltre, è stato dimostrato un netto miglioramento della qualità della vita dopo l’intervento.
«Questo tipo di procedure – spiega Micalizzi - devono essere eseguite in strutture ospedaliere multi-specialistiche come la nostra, che è l’unica pubblica del quadrante e che può trattare chirurgicamente anche i pazienti più complessi e gestire in sicurezza le emergenze e le urgenze, che rappresentano una cospicua parte dei nostri interventi».

v.s.

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