Tumori cerebrali, nasce a Novara la prima biobanca italiana

Tumori cerebrali, nasce a Novara la prima biobanca italiana
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Parte da Novara (e da Milano) la costruzione della prima banca dei tessuti tumorali neurologici in Italia. Un database che permetterà ai ricercatori di studiare e confrontare i dati delle oltre 120 neoplasie cerebrali finora conosciute. L’obiettivo è creare nuove cure - sempre più “personalizzate” - per il cancro al cervello, la patologia che oggi è la causa di morte più diffusa per i bambini sotto i 14 anni e crea le più gravi complicanze ai malati sotto i 40 anni. La nuova BioBanca dei Tumori Cerebrali avrà il suo centro presso uno dei siti di eccellenza nella cura in Italia, l’ospedale San Raffaele di Milano, e primo partner di ricerca sarà l’azienda ospedaliera Maggiore della Carità di Novara.  “I tumori cerebrali sono rari e di tanti tipi – spiega il professor Piero Mortini, direttore della struttura di neurochirurgia del San Raffaele – Per questo è difficile per ogni singolo ospedale accumulare i dati statistici necessari per calibrare al meglio le cure”. Da qui la necessità di mettersi in rete con una “collaborazione di alto livello” come l’ha definita il dottor Gabriele Panzarasa, direttore della struttura di neurochirurgia dell’ospedale di Novara. Per i pazienti attualmente in cura presso le due realtà non cambia nulla. “Il tessuto tumorale, asportato durante le operazioni, sarà utilizzato per prima cosa per gli esami diagnostici – chiarisce il professor Renzo Boldorini direttore della struttura di Anatomia Patologica dell’ospedale di Novara – Ciò che resta sarà raccolto secondo un procedimento standard e messo a disposizione della BioBanca”.A finanziare la realizzazione dell’ambizioso progetto è la Fondazione Banca Popolare di Novara, che ha garantito una copertura finanziaria di 35 mila euro annui per un triennio. “E’ un contributo che segue le nostra storica attenzione per il settore sanitario  – evidenzia il presidente di Fondazione Bpn, Franco Zanetta – Dei 56 milioni di euro distribuiti finora ben 10 milioni sono stati investiti in salute e ricerca. Ma si tratta di una prima volta anche per noi, perché è il primo finanziamento con cui sosteniamo non un progetto locale ma nazionale”.La Banca dei tessuti tumorali neurologici ha un’altra forte connotazione novarese: è infatti originario della nostra città anche il dottor Federico Roncaroli, neuropatologo nel Regno Unito e direttore della Manchester Brain Bank (banca dei tessuti cerebrali), che, per primo, ha sostenuto la necessità di creare una struttura del genere in Italia e si è attivato nel realizzare l’asse Milano – Novara. Un collegamento che presto potrebbe allargarsi ad altri ospedali. “Informalmente hanno già aderito diversi centri di primaria importanza in tutto il Nord Italia -  conclude il dottor Roncaroli – Mettersi in rete è un passo fondamentale per dare cure migliori ai nostri pazienti in un prossimo futuro”.

l.pa.

Parte da Novara (e da Milano) la costruzione della prima banca dei tessuti tumorali neurologici in Italia. Un database che permetterà ai ricercatori di studiare e confrontare i dati delle oltre 120 neoplasie cerebrali finora conosciute. L’obiettivo è creare nuove cure - sempre più “personalizzate” - per il cancro al cervello, la patologia che oggi è la causa di morte più diffusa per i bambini sotto i 14 anni e crea le più gravi complicanze ai malati sotto i 40 anni. La nuova BioBanca dei Tumori Cerebrali avrà il suo centro presso uno dei siti di eccellenza nella cura in Italia, l’ospedale San Raffaele di Milano, e primo partner di ricerca sarà l’azienda ospedaliera Maggiore della Carità di Novara.  “I tumori cerebrali sono rari e di tanti tipi – spiega il professor Piero Mortini, direttore della struttura di neurochirurgia del San Raffaele – Per questo è difficile per ogni singolo ospedale accumulare i dati statistici necessari per calibrare al meglio le cure”. Da qui la necessità di mettersi in rete con una “collaborazione di alto livello” come l’ha definita il dottor Gabriele Panzarasa, direttore della struttura di neurochirurgia dell’ospedale di Novara. Per i pazienti attualmente in cura presso le due realtà non cambia nulla. “Il tessuto tumorale, asportato durante le operazioni, sarà utilizzato per prima cosa per gli esami diagnostici – chiarisce il professor Renzo Boldorini direttore della struttura di Anatomia Patologica dell’ospedale di Novara – Ciò che resta sarà raccolto secondo un procedimento standard e messo a disposizione della BioBanca”.A finanziare la realizzazione dell’ambizioso progetto è la Fondazione Banca Popolare di Novara, che ha garantito una copertura finanziaria di 35 mila euro annui per un triennio. “E’ un contributo che segue le nostra storica attenzione per il settore sanitario  – evidenzia il presidente di Fondazione Bpn, Franco Zanetta – Dei 56 milioni di euro distribuiti finora ben 10 milioni sono stati investiti in salute e ricerca. Ma si tratta di una prima volta anche per noi, perché è il primo finanziamento con cui sosteniamo non un progetto locale ma nazionale”.La Banca dei tessuti tumorali neurologici ha un’altra forte connotazione novarese: è infatti originario della nostra città anche il dottor Federico Roncaroli, neuropatologo nel Regno Unito e direttore della Manchester Brain Bank (banca dei tessuti cerebrali), che, per primo, ha sostenuto la necessità di creare una struttura del genere in Italia e si è attivato nel realizzare l’asse Milano – Novara. Un collegamento che presto potrebbe allargarsi ad altri ospedali. “Informalmente hanno già aderito diversi centri di primaria importanza in tutto il Nord Italia -  conclude il dottor Roncaroli – Mettersi in rete è un passo fondamentale per dare cure migliori ai nostri pazienti in un prossimo futuro”.

l.pa.

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