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Premio a Ghemme: il miglior Piano Regolatore delle Città del Vino

La consegna al sindaco Davide Temporelli avverrà mercoledì 13 novembre a Torino nell’ambito di Urban Promo.

Premio a Ghemme: il miglior Piano Regolatore delle Città del Vino
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Riflettori puntati sul Piano regolatore del Comune di Ghemme per aver approvato l’8 aprile 2019 una variante strutturale utile a ricomporre la frammentazione del territorio per dare maggiore continuità alla produzione vitivinicola di qualità.

Premio a Ghemme: il miglior Piano Regolatore delle Città del Vino

Al Comune di Ghemme va il premio per il Miglior Piano Regolatore delle Città del Vino. La consegna dell’Attestato al sindaco Davide Temporelli avverrà mercoledì 13 novembre a Torino nell’ambito di Urban Promo, il festival dell’urbanistica organizzato dall’Istituto Nazionale di Urbanistica con il quale l’Associazione Città del Vino collabora da anni. La variante strutturale al piano regolatore comunale si pone come obiettivo generale quello di ricomporre la frammentazione del territorio per dare maggiore continuità alla produzione vitivinicola di qualità (Ghemme è una Denominazione di origine protetta e garantita), e di accrescere il valore del vino in virtù di un paesaggio più tutelato nella sua essenza storica e culturale maturata nel corso del tempo. L'attribuzione del premio al termine di un incontro organizzato da Città del Vino e INU e che ogni anno ad Urban Promo affronta un tema specifico legato alla gestione del territorio, intesa come applicazione di buone pratiche.

Dal Piano regolatore di Ghemme al contratto di fiume

Gestione del territorio e contratti di fiumi minori. Visioni strategiche, reti di governance, nuove economie.
La definizione di un contratto di fiume, è il primo passo verso una visione strategica per lo sviluppo del territorio che tenga in considerazione aspetti diversi, dalla mitigazione del rischio idraulico alla riconnessione delle reti ecologiche, dalla fruibilità allo sviluppo di nuove econome legate al paesaggio e all’ambiente fluviale. Tra queste, i biodistretti e le città del vino possono contribuire alla formazione del contratto di fiume, attraverso l’istituzione di un costante dialogo sociale tra i diversi attori (pubblici e privati) dello sviluppo territoriale; allo stesso modo, proprio nell’ambito del Contratti di Fiume, le esigenze di ciascuno possono essere coordinate attraverso azioni condivise per il miglioramento della qualità di vita dei residenti, l’accrescimento della qualità e della competitività delle imprese bio-alimentari e vitivinicole e la loro integrazione nelle filiere agroalimentari, turistiche e dei servizi.
Paolo Usellini

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