Direzione generale Lidl di Biandrate coinvolta nell’indagine milanese sulla mafia catanese

Direzione generale Lidl di Biandrate coinvolta nell’indagine milanese sulla mafia catanese
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BIANDRATE, Anche la direzione generale Lidl di Biandrate (oltre a quella, per restare in Piemonte, di Volpiano, e poi quelle di Somaglia e Misterbianco) al centro dell’inchiesta della Dda (antimafia) di Milano, condotta dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal sostituto Paolo Storari, un’inchiesta che ha portato a 15 arresti, al commissariamento di una società privata di vigilanza e alla presa in carico come ‘amministrazione giudiziaria’ di quattro direzioni generali della Lidl, tra qui quella novarese di Biandrate. A effettuare le misure cautelari, come riferisce una nota stampa della Gdf di Varese, i militari del Nucleo di Polizia tributaria delle Fiamme Gialle di Varese e personale della Squadra Mobile della Questura di Milano. Le ordinanze di misura cautelare sono nei confronti di persone accusate a vario titolo di far parte di un’associazione a delinquere che avrebbe favorito gli interessi, soprattutto nel Milanese, del clan catanese dei Laudani. Stando agli investigatori, il clan avrebbe ottenuto, attraverso dazioni in denaro, numerose commesse da parte della Lidl, con pagamenti direttamente alle figure dirigenziali della stessa società di ipermercati.Con un comunicato stampa l’azienda dichiara la sua totale estraneità. “Lidl Italia – si legge - si dichiara completamente estranea a quanto diffuso dai principali media in relazione all'operazione gestita dalla Dda. L'Azienda, che è venuta a conoscenza della vicenda in data odierna (lunedì 15 maggio) da parte degli organi inquirenti, si è resa da subito a completa disposizione delle autorità competenti, al fine di agevolare le indagini e fare chiarezza quanto prima sull'accaduto. Lidl Italia precisa, inoltre, che l'Azienda non risulta indagata e non vi sono sequestri in atto”.mo.c.

BIANDRATE, Anche la direzione generale Lidl di Biandrate (oltre a quella, per restare in Piemonte, di Volpiano, e poi quelle di Somaglia e Misterbianco) al centro dell’inchiesta della Dda (antimafia) di Milano, condotta dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal sostituto Paolo Storari, un’inchiesta che ha portato a 15 arresti, al commissariamento di una società privata di vigilanza e alla presa in carico come ‘amministrazione giudiziaria’ di quattro direzioni generali della Lidl, tra qui quella novarese di Biandrate. A effettuare le misure cautelari, come riferisce una nota stampa della Gdf di Varese, i militari del Nucleo di Polizia tributaria delle Fiamme Gialle di Varese e personale della Squadra Mobile della Questura di Milano. Le ordinanze di misura cautelare sono nei confronti di persone accusate a vario titolo di far parte di un’associazione a delinquere che avrebbe favorito gli interessi, soprattutto nel Milanese, del clan catanese dei Laudani. Stando agli investigatori, il clan avrebbe ottenuto, attraverso dazioni in denaro, numerose commesse da parte della Lidl, con pagamenti direttamente alle figure dirigenziali della stessa società di ipermercati.Con un comunicato stampa l’azienda dichiara la sua totale estraneità. “Lidl Italia – si legge - si dichiara completamente estranea a quanto diffuso dai principali media in relazione all'operazione gestita dalla Dda. L'Azienda, che è venuta a conoscenza della vicenda in data odierna (lunedì 15 maggio) da parte degli organi inquirenti, si è resa da subito a completa disposizione delle autorità competenti, al fine di agevolare le indagini e fare chiarezza quanto prima sull'accaduto. Lidl Italia precisa, inoltre, che l'Azienda non risulta indagata e non vi sono sequestri in atto”.mo.c.

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