Dipendenti a credito per quasi due milioni

Dipendenti a credito per quasi due milioni
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GOZZANO - Interventi articolati, oltre che delle autorità, anche di ex dipendenti, l’impossibilità di un ulteriore accesso agli ammortizzatori sociali (esauriti a giugno), la difficoltà di rilancio industriale dell’area bisognosa di bonifica, hanno contraddistinto l’incontro di giovedì con l’assessore regionale al Lavoro, Giovanna Pentenero, svoltosi in Sala consiliare alla presenza delle maestranze ex Bemberg. Il dato emerso è di circa 40mila lavoratori, in Piemonte, per cui si sono esauriti gli ammortizzatori sociali; oltre 150 quelli dell’ ex azienda cusiana.

Pentenero ha annunciato del lavoro in corso per giungere ad «un atto di indirizzo per la ricollocazione» dei dipendenti più lontani dai termini pensionistici con «borse lavoro di carattere momentaneo», mentre «per coloro cui manca uno spazio minimo, si sta pensando ad un progetto complicato con l’Inps per permettere il pensionamento». Intervenuti, il primo cittadino, Carla Biscuola, i consiglieri regionali Diego Sozzani e Domenico Rossi e quello provinciale con delega al lavoro Biagio Diana, accompagnato dal funzionario competente, Felice Sarcinelli. Le forze sindacali erano rappresentate da Giorgio Veggiotti (Cgil Novara), Luca Caretti (segretario generale Cisl Piemonte Orientale), Michele Broggio (Uiltec), Giuseppe Mantovan (segretario generale Cgil Novara –Vco), Domenico Turri (Cisl). In sala anche il consigliere provinciale Laura Noro, il vicesindaco Libera Ricci e l’assessore comunale Renzo Piletta. L’incontro è stato aperto dal sindaco Biscuola che ha ripercorso le complicate vicende dell’azienda e dei suoi addetti nel contesto della «peggior crisi degli ultimi due secoli» e la ripetuta proposta del problema anche sui tavoli europei, mentre Rossi ha espresso «la volontà della nuova Amministrazione regionale di farsi carico della situazione, non perdendo il desiderio di migliorare la condizione dei lavoratori». Sozzani ha ricordato i tentativi di sblocco presso i Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente e per rilanciare il sito. 

«E’ necessario – ha detto Veggiotti - affrontare la questione dal punto di vista pratico; l’utilizzo degli ammortizzatori fino all’ultimo permetteva di dare tempo alle Amministrazioni di risolvere la situazione. Solo una parte strettissima di dipendenti ha avuto benefici pensionistici». Caretti: «L’impegno del passato non ha dato risposte attese soprattutto circa la bonifica, grande obiettivo che potrebbe prevedere la rioccupazione». Nel frattempo varie le questioni intermedie tra cui l’accesso alle politiche attive e il coinvolgimento dell’Associazione industriali. Mantovan: «Per evitare illusioni, meglio dire le cose come stanno e trovare soluzioni temporanee nel rispetto della necessità di mantenere la famiglia e mandare i figli a scuola…». Broggio ha riportato la difficoltà di bonifica dei siti  e l’urgenza di risposte. Turri ha puntato l’attenzione su un “discorso di rete”. Critici gli interventi di alcuni ex dipendenti: Claudio Giorla, Giuseppe Andolina, Bruno Pumarta. Hanno parlato del dramma della mancanza di reddito contrapposta ai costi della politica e delle procedure straordinarie; della convinzione che l’azienda non dovesse essere suddivisa (in FdG, Bmi, Bmi Energia e Pasell Orta); del credito di 1milione e 800mila euro vantato dai dipendenti, della delocalizzazione all’estero delle imprese. L’assessore Pentenero ha precisato come gli ammortizzatori, per gli ex Bemberg, siano definitivamente conclusi ma ha aperto qualche spiraglio sottolineando, tra l’altro, la necessità di capire «la vocazione di questo territorio (già industriale) e come la bonifica sia un sottocapitolo di un discorso più ampio», di accedere a «politiche attive del lavoro» e di coinvolgere imprenditori e tutte le parti che vogliano investire sul sito, nell’attuale assenza, però, di un piano industriale. Comprensione per la «disperazione» espressa, dunque, ma con la volontà di raggiungere obiettivi proficui. Il sindaco ha ricordato come i bandi di vendita siano sempre andati deserti e che, circa la bonifica, sarebbe utile, l’iscrizione all’anagrafe regionale e provinciale. Il debito dell’azienda verso il Comune (per Ici non versata, ndr) – ha ricordato ancora – «ha messo in ginocchio il paese». Diana ha parlato di vari aspetti tra cui quello ambientale e giudiziario («ancora aperta una procedura penale») e del «piano di rilancio industriale». Sarcinelli ha sottolineato le politiche del lavoro praticabili in Provincia e le prospettive che potrebbero aprirsi accedendo ai fondi europei. Il tavolo con l’assessore potrebbe riunirsi nuovamente intorno a metà novembre, mentre continueranno i contatti per capire con commissari straordinari e Ministero «se potrà esserci un piano di rilancio».

Maria Antonietta Trupia

GOZZANO - Interventi articolati, oltre che delle autorità, anche di ex dipendenti, l’impossibilità di un ulteriore accesso agli ammortizzatori sociali (esauriti a giugno), la difficoltà di rilancio industriale dell’area bisognosa di bonifica, hanno contraddistinto l’incontro di giovedì con l’assessore regionale al Lavoro, Giovanna Pentenero, svoltosi in Sala consiliare alla presenza delle maestranze ex Bemberg. Il dato emerso è di circa 40mila lavoratori, in Piemonte, per cui si sono esauriti gli ammortizzatori sociali; oltre 150 quelli dell’ ex azienda cusiana.

Pentenero ha annunciato del lavoro in corso per giungere ad «un atto di indirizzo per la ricollocazione» dei dipendenti più lontani dai termini pensionistici con «borse lavoro di carattere momentaneo», mentre «per coloro cui manca uno spazio minimo, si sta pensando ad un progetto complicato con l’Inps per permettere il pensionamento». Intervenuti, il primo cittadino, Carla Biscuola, i consiglieri regionali Diego Sozzani e Domenico Rossi e quello provinciale con delega al lavoro Biagio Diana, accompagnato dal funzionario competente, Felice Sarcinelli. Le forze sindacali erano rappresentate da Giorgio Veggiotti (Cgil Novara), Luca Caretti (segretario generale Cisl Piemonte Orientale), Michele Broggio (Uiltec), Giuseppe Mantovan (segretario generale Cgil Novara –Vco), Domenico Turri (Cisl). In sala anche il consigliere provinciale Laura Noro, il vicesindaco Libera Ricci e l’assessore comunale Renzo Piletta. L’incontro è stato aperto dal sindaco Biscuola che ha ripercorso le complicate vicende dell’azienda e dei suoi addetti nel contesto della «peggior crisi degli ultimi due secoli» e la ripetuta proposta del problema anche sui tavoli europei, mentre Rossi ha espresso «la volontà della nuova Amministrazione regionale di farsi carico della situazione, non perdendo il desiderio di migliorare la condizione dei lavoratori». Sozzani ha ricordato i tentativi di sblocco presso i Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente e per rilanciare il sito. 

«E’ necessario – ha detto Veggiotti - affrontare la questione dal punto di vista pratico; l’utilizzo degli ammortizzatori fino all’ultimo permetteva di dare tempo alle Amministrazioni di risolvere la situazione. Solo una parte strettissima di dipendenti ha avuto benefici pensionistici». Caretti: «L’impegno del passato non ha dato risposte attese soprattutto circa la bonifica, grande obiettivo che potrebbe prevedere la rioccupazione». Nel frattempo varie le questioni intermedie tra cui l’accesso alle politiche attive e il coinvolgimento dell’Associazione industriali. Mantovan: «Per evitare illusioni, meglio dire le cose come stanno e trovare soluzioni temporanee nel rispetto della necessità di mantenere la famiglia e mandare i figli a scuola…». Broggio ha riportato la difficoltà di bonifica dei siti  e l’urgenza di risposte. Turri ha puntato l’attenzione su un “discorso di rete”. Critici gli interventi di alcuni ex dipendenti: Claudio Giorla, Giuseppe Andolina, Bruno Pumarta. Hanno parlato del dramma della mancanza di reddito contrapposta ai costi della politica e delle procedure straordinarie; della convinzione che l’azienda non dovesse essere suddivisa (in FdG, Bmi, Bmi Energia e Pasell Orta); del credito di 1milione e 800mila euro vantato dai dipendenti, della delocalizzazione all’estero delle imprese. L’assessore Pentenero ha precisato come gli ammortizzatori, per gli ex Bemberg, siano definitivamente conclusi ma ha aperto qualche spiraglio sottolineando, tra l’altro, la necessità di capire «la vocazione di questo territorio (già industriale) e come la bonifica sia un sottocapitolo di un discorso più ampio», di accedere a «politiche attive del lavoro» e di coinvolgere imprenditori e tutte le parti che vogliano investire sul sito, nell’attuale assenza, però, di un piano industriale. Comprensione per la «disperazione» espressa, dunque, ma con la volontà di raggiungere obiettivi proficui. Il sindaco ha ricordato come i bandi di vendita siano sempre andati deserti e che, circa la bonifica, sarebbe utile, l’iscrizione all’anagrafe regionale e provinciale. Il debito dell’azienda verso il Comune (per Ici non versata, ndr) – ha ricordato ancora – «ha messo in ginocchio il paese». Diana ha parlato di vari aspetti tra cui quello ambientale e giudiziario («ancora aperta una procedura penale») e del «piano di rilancio industriale». Sarcinelli ha sottolineato le politiche del lavoro praticabili in Provincia e le prospettive che potrebbero aprirsi accedendo ai fondi europei. Il tavolo con l’assessore potrebbe riunirsi nuovamente intorno a metà novembre, mentre continueranno i contatti per capire con commissari straordinari e Ministero «se potrà esserci un piano di rilancio».

Maria Antonietta Trupia

 

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