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Concerti a Punta Vevera: "Ambiente sacrificato allo show business"

L'associazione torna a criticare la scelta della location per le tre serate

Concerti a Punta Vevera: "Ambiente sacrificato allo show business"
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Concerti a Punta Vevera: l'altra faccia della "festa" raccontata dall'associazione ambientalista che da subito si era opposta alla scelta dell'area.

Concerti a Punta Vevera: le foto del day after

"Mentre amministrazione e relativi followers proseguono con la narrazione autocelebrativa dei tre concerti a Punta Vevera, ecco le foto del day after. L'ambiente e la natura sacrificati allo show business". Poche parole dal circolo aronese di Legambiente che per il momento ha voluto che a parlare fossero sopratutto le immagini scattate la mattina di lunedì 15 luglio nell'area di Punta Vevera. Foto che mostrano il terreno dissestato e il manto erboso danneggiato per il passaggio di automezzi pesanti, oltre a numerosi rifiuti abbandonati nell'area del cosiddetto pratone di corso Europa. Pratone che è stato in questo weekend location di un tris di concerti che hanno richiamato centinaia di persone nell'area: venerdì George Benson, sabato Renzo Arbore e l'Orchestra italiana e domenica Edoardo Bennato. Eventi inseriti nella programmazione della rassegna Arona Music Festival e salutati con grande soddisfazione dal sindaco Alberto Gusmeroli.

Il duro giudizio di Legambiente

Il circolo locale di Legambiente non ha mai fatto mistero della propria contrarietà alla scelta della location per la tripletta di concerti con star della musica nazionale e internazionale. Già nei mesi scorsi i volontari avevano espresso forti perplessità e si erano detti preoccupati per le conseguenze che eventi di questo genere avrebbero avuto sul manto erboso oltre che sulla flora e la fauna del luogo.

"Punta Vevera è un’area di pregio ambientale - aveva commentato l'associazione lo scorso aprile - fronte lago con un ecosistema molto delicato per cui non è proprio la location ideale per organizzare un evento con centinaia di persone che calpestano l’erba, per non parlare di strutture (anche provvisorie) palco, luci, casse acustiche, tralicci, torri, inquinamento acustico, inquinamento luminoso, criticità nella gestione dei rifiuti e dei sevizi igienici etc.  E’ una logica “da Woodstock” dei tempi andati".

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