Astensione dei penalisti, Tribunale bloccato

Astensione dei penalisti, Tribunale bloccato
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NOVARA, Un’adesione all’astensione dalle udienze penali pressoché totale, addirittura più alta di quella registrata tre settimane fa, sempre per protesta contro la riforma del processo penale. Al Tribunale di Novara, per la nuova astensione dei penalisti – indetta da lunedì 10 a venerdì 14 aprile – l’adesione è stata di pochissimo inferiore al 100%. Da lunedì decine e decine di processi sono saltati con rinvio ad altra data (per lo più molto ravvicinate). L’attività è stata quasi per intero bloccata. L’adesione era già stata alta nella protesta di marzo, ma in quest’occasione è stata ancor più massiccia. Un segno di come gli avvocati vogliano far capire alla cittadinanza quello che non va di questa riforma. Mai, negli anni scorsi, si era registrata un’adesione così elevata. Tanti, come anticipato, i processi saltati, anche alcune udienze preliminari per vicende che avevano fatto parlare molto Novara, dall’“inchiesta Fineco”, che vedeva come principali protagonisti della vicenda due ex promotori finanziari della filiale di Novara (rinviata al 28 aprile), alla questione dei maltrattamenti a Villa Varzi (aggiornata al 9 maggio). Si sono svolte solo due direttissime.

A spiegare le ragioni della protesta, il presidente della Camera Penale di Novara, l’avvocato Roberto Rognoni: «Sì, anche in questa nuova astensione l’adesione è stata molto vicina al 100%. Credo abbiano aderito la quasi totalità degli avvocati. Il nostro obiettivo è che il cittadino capisca le ragioni della nostra protesta. Fare processi eterni, come accadrebbe con alcune delle norme previste dalla riforma, non è il modo di fare processi. Un modo contro il quale noi protestiamo. L’attuale riforma è destinata a mortificare la stessa funzione del processo. Come penalisti scioperiamo per tutelare i cittadini, perché così non funziona. Chiunque, prima o poi, può trovarsi nel ruolo di parte offesa o di imputato. E un procedimento che si allunga a dismisura non è certo quello che vuole il cittadino, che auspica sempre un processo celere e giusto».

mo.c.

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola giovedì 13 aprile

NOVARA, Un’adesione all’astensione dalle udienze penali pressoché totale, addirittura più alta di quella registrata tre settimane fa, sempre per protesta contro la riforma del processo penale. Al Tribunale di Novara, per la nuova astensione dei penalisti – indetta da lunedì 10 a venerdì 14 aprile – l’adesione è stata di pochissimo inferiore al 100%. Da lunedì decine e decine di processi sono saltati con rinvio ad altra data (per lo più molto ravvicinate). L’attività è stata quasi per intero bloccata. L’adesione era già stata alta nella protesta di marzo, ma in quest’occasione è stata ancor più massiccia. Un segno di come gli avvocati vogliano far capire alla cittadinanza quello che non va di questa riforma. Mai, negli anni scorsi, si era registrata un’adesione così elevata. Tanti, come anticipato, i processi saltati, anche alcune udienze preliminari per vicende che avevano fatto parlare molto Novara, dall’“inchiesta Fineco”, che vedeva come principali protagonisti della vicenda due ex promotori finanziari della filiale di Novara (rinviata al 28 aprile), alla questione dei maltrattamenti a Villa Varzi (aggiornata al 9 maggio). Si sono svolte solo due direttissime.

A spiegare le ragioni della protesta, il presidente della Camera Penale di Novara, l’avvocato Roberto Rognoni: «Sì, anche in questa nuova astensione l’adesione è stata molto vicina al 100%. Credo abbiano aderito la quasi totalità degli avvocati. Il nostro obiettivo è che il cittadino capisca le ragioni della nostra protesta. Fare processi eterni, come accadrebbe con alcune delle norme previste dalla riforma, non è il modo di fare processi. Un modo contro il quale noi protestiamo. L’attuale riforma è destinata a mortificare la stessa funzione del processo. Come penalisti scioperiamo per tutelare i cittadini, perché così non funziona. Chiunque, prima o poi, può trovarsi nel ruolo di parte offesa o di imputato. E un procedimento che si allunga a dismisura non è certo quello che vuole il cittadino, che auspica sempre un processo celere e giusto».

mo.c.

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