Il caso

Appalto per l'illuminazione ad Arona: a processo in due

A giudizio un imprenditore del Torinese e un funzionario di Vanzago

Appalto per l'illuminazione ad Arona: a processo in due
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Appalto per l'illuminazione pubblica di Arona: un imprenditore del Torinese e un funzionario di Vanzago sono finiti a giudizio per aver dichiarato il falso.

Il caso dell'appalto per i lampioni di Arona va in tribunale

La gara per l’illuminazione pubblica nel Comune di Arona è all’origine di un processo in corso di svolgimento in tribunale. Processo che andrà a sentenza, salvo imprevisti, entro la fine dell’anno e che vede a giudizio un imprenditore e un funzionario accusati dei reati di turbativa d’asta e di falso. Secondo la procura di Verbania, che a suo tempo aveva aperto un fascicolo d’inchiesta a seguito della segnalazione della Centrale di committenza di Verbania, cui erano seguite le indagini della Guardia di finanza, i due – il primo titolare di una società di San Maurizio Canavese, il secondo dipendente presso il Comune di Vanzago, nel Milanese, – avrebbero redatto e prodotto una certificazione non corrispondente al vero in relazione alla gara d’appalto per la gestione dell’illuminazione pubblica aronese.

Dichiarazioni false

I fatti al centro del procedimento risalgono all’estate del 2019. Dopo essersi aggiudicato la gara in questione (base d’asta, 1,9 milioni di euro) l’imprenditore era stato escluso dalla stessa per aver presentato delle carte, siglate dall’architetto finito alla sbarra con lui, in cui si dichiarava – sostanzialmente – che la sua società aveva gestito 1.500 punti luci a Vanzago, requisito quest’ultimo che era stato richiesto, in seconda battuta, per qualificare l’impresa come “provato gestore del servizio”. Ma l’attestazione era risultata falsa e così era partita la segnalazione alla procura competente per territorio. Poi gli accertamenti dei militari della Gdf.

La sentenza novembre

Nel corso dell’udienza svoltasi al tribunale di Verbania, venerdì 3 giugno scorso, è stata ricostruita la vicenda e sono stati ascoltati i testimoni. E’ emerso, tra l’altro, che nel territorio comunale di Vanzago la ditta dell’imprenditore finito nei guai non gestiva la rete, ma ne curava “soltanto” la manutenzione. Gli indagati hanno raccontato la loro versione. L’imprenditore avrebbe sostanzialmente dichiarato di essere in buona fede, mentre il professionista avrebbe ammesso di aver sbagliato a redigere la documentazione e che non sapeva che sarebbe servita per una gara. Si tornerà in aula il prossimo 30 novembre per la (probabile) sentenza.

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