Processo

Abusi edilizi al Maggiora Park: gli imputati tutti assolti

Prescritti anche gli abusi d’ufficio e le opere di ampliamento che erano state contestate.

Abusi edilizi al Maggiora Park: gli imputati tutti assolti
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Maggiora Park, nessun abuso edilizio. Imprenditori e tecnici sono tutti assolti.

Tutti assolti gli imputati del Maggiora Park

Il caso giudiziario del “Maggiora Park” si chiude con l’assoluzione di imprenditori e tecnici accusati di abuso d’ufficio. Secondo la sentenza pronunciata dal tribunale di Novara, non c’è stato alcun favoritismo per la riqualificazione dell’area di motocross che oggi ospita il “Maggiora Park”.

Il processo per abusi edilizi

Il sequestro era arrivato nel 2016 da parte della procura dopo una indagine avviata in seguito ad alcune lamentele per i movimenti di terra che stavano avvenendo. E dopo il sequestro giudiziario in paese molti avevano preso posizione contro il provvedimento chiedendo la riapertura dell’impianto.

Paolo Schneider e Stefano Avandero, ex soci della Schava srl e gestori dell’impianto (ora è subentrata la A Sport Group) avevano lanciato il progetto di recuperare la pista di Maggiora per ospitare eventi internazionali come il Motocross delle Nazioni. E le prime edizioni furono da tutto esaurito, riportando l’entusiasmo di un tempo tra la gente.

Ma alla caserma dei carabinieri di Borgomanero già nel 2012 iniziarono ad arrivare le prime lamentele. Un impianto troppo grosso in quell’angolo di paese. Subito si puntò tutto sulla mancanza della Via, la valutazione di impatto ambientale. Per gli imprenditori e il Comune non era dovuta.

Fatto sta che scattarono i controlli e l’area venne addirittura sequestrata dalla procura per diverso tempo tanto da fare saltare anche diversi appuntamenti motoristici già in programma.

Secondo l’accusa, la giunta comunale di Maggiora dell’epoca avrebbe chiuso un occhio su alcune irregolarità presenti nei lavori di ampliamento del parco. Si parlava di opere abusive tra cui l’area lavaggio, la box town e il ristorante. Tutto realizzato in un’area che è coperta dal vincolo paesaggistico.

La sentenza

Un mese fa nell’ultima udienza il pubblico ministero Silvia Baglivo aveva chiesto per i quattro imputati una condanna a otto mesi di reclusione. I difensori invece avevano chiesto l’assoluzione.

Tra l’altro nelle ultime udienze l’avvocato Marco Ferrero, in rappresentanza dei due imprenditori biellesi, aveva sottolineato l’assoluta buona fede. La società infatti aveva chiesto pareri a professionisti incaricati e all’amministrazione comunale. Avevano fatto un importante investimento su quell’area e nel caso fosse stato necessario avrebbero anche richiesto la Via.

E alla fine la sentenza, rinviata di qualche settimana, ha stabilito che non c’è stato alcun favoritismo della giunta agli imprenditori.

Assolti quindi il responsabile del servizio tecnico comunale del paese Valter Fabrizio Curti, gli imprenditori biellesi Paolo Schneider e Stefano Avandero, ex gestori dell’impianto e il loro consulente Massimiliano Vanoni.

Dichiarati inoltre prescritti gli abusi edilizi per le opere di ampliamento e ristrutturazione dell’area, coperta dal vincolo paesaggistico. Il giudice ha respinto anche le richieste risarcitorie avanzate dal Comune di Maggiora: quest’ultimo si era costituito parte civile.

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